Ariano Irpino - Istituto Italiano dei Castelli - Sezione Campania

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Ariano Irpino
Il castello, che occupa una prominenza del terreno parzialmente sovrastante il centro abitato, è situato in una posizione strategica tale da dominare le valli dell'Ufita, del Miscano e del Cervaro. La sua posizione gli consentiva di tenere sotto controllo da un lato i territori beneventani e di Montefusco, dall'altro dominava la piana di Camporeale e le gole pugliesi.

Notizie storiche
Le origini di Ariano Irpino si legano alla posizione strategica del suo territorio che segna il confine naturale tra la Campania e la Puglia, dove è ubicato il valico più agevole dell'Appennino.   Dopo l'avvento dei Sanniti  e la successiva romanizzazione, le invasioni barbariche provocarono l'arroccamento sui tre colli (Il Calvario, Il Castello, San Bartolomeo) dove sorge l'attuale abitato.   Ariano  divenne contea longobarda, intorno al X secolo.   Già normanna nel 1017, nel 1140 entrò a far parte del regio demanio e nello stesso anno re Ruggero vi tenne il suo primo parlamento generale. Successivamente Ariano costituì rifugio per Riccardo conte di Acerra (favorevole a Tancredi contro Arrigo VI) ed il cardinale di S. Eustacchio avversario di Manfredi.  Notevoli danni dovette subire il castello ad opera delle truppe sveve, danni riparati poi per ordine di Carlo I d’Angiò. Il castello appartenne a Enrico di Vaidemont e in seguito ai Sabrano, ai Guevara, De Rohan, ai Carafa, ai Gonzaga e ai Loffredo. Persa la sua importanza militare nel Cinquecento, cadde in disuso al punto da essere utilizzato come cava di pietra. Già nel 1536 il viceré permise l’utilizzo delle pietre cadute dal forte per completare la costruzione del convento dei Cappuccini. Negli anni seguenti molte pietre del castello furono usate anche per lastricare le strade del centro abitato.
Dati caratteristici         
Il castello, dominante il centro abitato che    era anch’esso, una volta, circondato da mura, presenta attualmente un andamento planimetrico quadrangolare, con quattro torri cilindriche situate nei vertici del perimetro difensivo. In origine  esisteva un’opera fortificata più modesta su pianta poligonale, risalente al IX secolo. Tra i numerosi terremoti che hanno apportato danni alle strutture (988, 1456, 1626, 1627, 1638, 1688, 1732)  senza dubbio quello che ha fatto sentire gli effetti più disastrosi fu quello del 1456, anche a causa del lungo periodo di abbandono  dell’epoca angioina,  ma l’aspetto attuale del castello è il risultato di estesi interventi di rifacimento che, iniziati in età aragonese (per volere di Ferdinando d’Aragona) si protrassero durante la prima fase vicereale, a causa della riconosciuta valenza strategica di Ariano, situata sulla strada di collegamento tra Napoli e la Puglia, per garantire la sicurezza del regno. Le quattro possenti torri circolari aragonesi, con la parte inferiore scarpata delimitata da una cornice torica (redondone) erano tra loro collegate da cortine murarie aventi la medesima altezza, ed erano munite di numerose postazioni di tiro coperte, per armi da fuoco. Il paramento murario esterno  si mostra nella parte inferiore più curato, con un ordinamento a filari paralleli con conci regolari e squadrati.  Le torri aragonesi inglobano al loro interno torri a pianta quadrata  risalenti al periodo normanno – svevo. Entro il   perimetro difensivo sono stati rinvenuti gli avanzi di  un mastio centrale di origini normanne.

Bibliografia minima
T. Vitale – Storia della Regia città di Ariano e sua Diocesi - Salomoni - RM, 1794.
C. Caniglia  Rispoli, L. Santoro, Le opere fortificate della Campania.  Catalogo della mostra, , II ed., Napoli, 1972

Autore scheda: Daniele Ferraiuolo

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